domenica 9 febbraio 2020

Il soccombente (Thomas Bernhard) recLauAlb


Salotto in Biblioteca del 28/11/2019
«Il soccombente» di Thomas Bernhard

Commento di Laura Albino

copertina Il soccombente
Thomas, per generare il suo libro, da lui fortemente voluto, ha impiegato ben nove anni, è stata, come egli stesso dice una scrittura molto sofferta in quanto avendo accumulato nel tempo una infinità di bozze, gli risultava un'impresa difficile ricollegare il tutto. Thomas, ha avuto l'ispirazione di scrivere qualcosa su Gleen, e su Wertheimer, due giovani coetanei che aveva conosciuto durante l'età adolescenziale. Thomas, per il semplice fatto di essere stato accanto a loro per un lungo periodo, si prefigge l'obbiettivo di ricostruire non solo alcune vicende comuni, ma anche personali che per motivi sconosciuti vengono occultate nella sua biografia, infatti in essa si fa soltanto un breve cenno intorno allo studio della musica che aveva intrapreso come unica forma di evasione in un periodo molto buio della sua vita, ma dei suoi virtuosismi musicali, non si parla, anche se questo occultamento ha fatto sì che i riflettori si puntassero suoi suoi romanzi. Un libro che nasce dalla volontà di voler mettere ordine al suo vissuto, si tratta di dirigere la sua mente nel ricordare le esperienze passate e questo finalmente gli riesce con la produzione di un'opera letteraria a cui dà il titolo: “Il soccombente”. Trattasi di un lungo monologo, che si lascia leggere tutto d'un fiato, con lo stesso ritmo e gli stessi tempi variati di una vera e propria partitura musicale, il lettore non può fare a meno di ignorare quel verbo usato al passato remoto “ PENSAI” esso risulta scritto, se ho ben contato, 594 volte, quel pensai avente la stessa funzione di una pausa, senza dubbio gli è servita come momento di riflessione, di silenzio per capire egli stesso con quale percezione e discrezione andava esponendo i fatti. Con quel pensai è come se rivolgesse al lettore un invito a non accettare quanto scritto tutto per vero o tutto per falso, perchè quanto va raccontando e valutando riguardo i suoi amici, è fondato esclusivamente sul suo punto di vista o sulla sua fantasia, pertanto è come se lo scrittore ci dicesse:“ Questo l'ho scritto, te l'ho raccontato, ti ho informato secondo il mio pensare ora tocca a te darne lettura e verificare se quanto narrato risulta veritiero o meno”. Thomas quindi dà grande importanza all'uso discrezionale della parola e questo si rileva nel suo scritto, usa riguardo e cautela, tutto è soppesato, senza giudizi personali e tutto ciò che racconta lo fa con grande sobrietà perchè è nelle sue intenzioni non voler etichettare o voler ferire alcuno, forse per non ricadere nello stesso errore di Gleen quello di aver dato del soccombente a Wertheimer, infatti in un racconto, a conferma di quanto rilevato a riguardo della sua discrezionalità, ci narra che quando Franz, il boscaiolo che curava la tenuta di Wertheimer gli chiede se sua sorella in seguito alla morte del fratello venderà la proprietà, egli, pur pensando che lo avrebbe fatto in quanto sarebbe stata la migliore soluzione, per non creargli preoccupazioni per l'eventuale perdita del lavoro, gli dice che non lo avrebbe mai venduto.

Nel suo lungo monologo ci racconta la storia di due giovani austriaci che si considerano perduti nel proprio vivere, non solo per essere nati in un paese dove solo il grigiore dell'aria e dei muri avevano contribuito ad abbassare il livello del buon umore e la loro sensibilità, ma soprattutto per aver vissuto forti contrasti all'interno delle proprie famiglie, situazioni infelici tanto da creare una esistenza disperata che neanche il grande benessere economico riusciva a compensare, più volte entrambi hanno pensato al suicidio quale unica soluzione per poter venir fuori dal grande mal-essere esistenziale. Sono due giovani che non hanno mai perdonato i loro genitori per averli messi al mondo, e per loro, l'unica valvola di sfogo per salvaguardare la propria condizione, diventa quella di dedicarsi allo studio della musica. Il loro primo incontro avviene in una delle più prestigiose scuole di Salisburgo il Mozarteum, già frequentata da un giovane canadese Glenn Gould, loro coetaneo; tre ragazzi, quindi, che si incontrano per studiare insieme e condividere la passione per una grande e nobile forma d'arte. Studiano pianoforte e ognuno si applica e si mette in gioco con le personali capacità, ma dopo tre mesi di ripetute lezioni, Gleen risulta essere il più preparato, il più bravo dei tre, il più sicuro di se stesso, il più audace; risulta vincente per la sua forte personalità e determinazione. L'originalità di Gleen, la sua genialità e le continue esercitazioni diurne e notturne fanno sì che il suo talento esploda in forma invasiva tanto da annientare le buone capacità dei suoi amici che sarebbero risultati altrettanto talentuosi se non si fossero confrontati con lui. La sua finalità è quella di stupire il mondo, il suo rapporto con lo Steinway è insuperabile, con il suo pianoforte entra in perfetta simbiosi tanto da identificarsi ad esso, infatti in seguito viene chiamato non più Gleen Gould, ma Gleen Steinway, una vera e propria macchina artistica capace di far soccombere quanti si mettono al suo confronto. La reazione degli amici è inaspettata e devastante per la loro carriera, Thomas regala il suo pianoforte e Wetheimer vende il suo, eppure hanno condiviso la stessa casa, gli stessi interessi, hanno studiato insieme e poi? Ma perchè due giovani altrettanto studiosi, promettenti, che amano la musica, amano suonare il pianoforte di fronte alle performances di Gleen reagiscono tirando i loro remi in barca? Ci è stato qualcosa di sbagliato all'interno di quelle relazioni? Certo, Gleen ha dato un duro colpo a Wertheimer etichettandolo come soccombente, ma per questi non è stata una cosa facile da incassare, e allora perchè a questo punto dopo una tale sconfitta non è stato in grado di reagire, mettendosi in discussione con se stesso, perchè innanzitutto non ha saputo riconoscere la superiorità di Gleen ? Perchè non ha assunto nei suoi confronti lo stesso atteggiamento che il grande organista Scarlatti ebbe nei confronti di Handel quando in un torneo musicale a cui partecipavano entrambi quest'ultimo risultato vincente non ebbe da parte del suo concorrente alcuna reazione negativa nei suoi confronti? Anzi, molto probabilmente, anche in quel momento Scarlatti potè farsi il segno della croce come forma di pieno riconoscimento come usava fare ogni qualvolta il nome del grande Handel veniva menzionato, perchè non ha voluto o saputo inchinarsi dinanzi alla sua superiorità? Forse non aveva capito che la vita non è una gara, non aveva ancora compreso che l'unica gara a cui dovremmo ambire, è quella che necessita di ali per poter raggiungere la grande Altezza Divina, ma quella dai più viene ignorata perchè negli esseri umani rimane sempre il grande errore e la grande presunzione di voler competere con l'altro per potersi sentire superiore se non proprio onnipotente, senza sapere che tutti siamo portatori di punti forti e deboli, siamo esseri diversi uno dall'altro, ognuno con le personali propensioni, con le proprie capacità, le proprie genialità ed i propri limiti che purtroppo il più delle volte non ci permettono di raggiungere la perfezione estrema. Wetheimer era un genio della musica ma si è lasciato impressionare da un altro genio, evidentemente ambiva ad essere il migliore, l'insuperabile, l'irraggiungibile. La sua morbosa ambizione dopo la sconfitta lo induce a non saper più ragionare, purtroppo Wertheimer come Thomas, non aveva mai conosciuto il ben-essere psico-fisico, non si riteneva persona unica, speciale, importante ed irripetibile, gli mancava l'autostima, il concetto di sé positivo, quel regolatore interno che agisce sulle nostre parole, sui nostri sentimenti sul nostro pensiero che controlla, organizza e regola le nostre azioni, Wertheimer è solo un grande emulatore capace di osservare per poter imitare chi gli sta accanto, e questo spiega il perchè non ha saputo o non ha voluto fare un passo indietro per riprogettare la sua vita che gli stava sfuggendo, gli mancavano la formazione di base, tutte quelle risorse utili alla costruzione di una identità autonoma e responsabile utile per il raggiungimento di ogni obiettivo. Solo se avesse messo in atto le grandi virtù della volontà e della perseveranza avrebbe potuto esplodere con tutta la sua genialità. Thomas, invece dalla sconfitta ha saputo trarre un grande vantaggio, senza indugio, senza crearsi il minimo scrupolo nell'abbandonare quindici anni di studi faticosi si dedica alla scrittura riprendendosi così nelle sue mani la propria vita, Thomas non soccombe difronte a qualcosa di irraggiungibile ed irrealizzabile è in grado di cambiare rotta, convoglia le sue risorse in un nuovo percorso che gli permette di sperimentare le personali potenzialità fino a scoprire di essere un talentuoso della scrittura. L'unico vincente in questa bella narrazione risulta essere Thomas, l'uomo capace di rinnovarsi e rinascere al contrario di Wertheimer che ha voluto e saputo trovare come svolta solo la morte. Wertheimer però prima di porre fine alla sua esistenza si vendica idealmente di Gleen, quel grande trionfatore che gli ha precluso il suo successo; ordina di farsi portare in casa sua da Salisburgo uno Steinway, il suo fantasma, ha invitato anche tutti i suoi amici musicisti tra cui Thomas ma questi per motivi ingiustificati non si presenta e così per più di 15 giorni e 15 notti Wertheimer non fa altro che martellare su quello strumento le note di Bach e di Handel, le opere tanto amate da Gleen Steinway e lo fa lo fa martellando con tutte le sue energie, con un accanimento sempre più insistente, assillante e asfissiante, sempre più incalzante fino a ridurlo in un oggetto stonato, scordato, inascoltabile fino ad indurre alla pazzia gli amici musicisti che erano stati costretti ad ascoltare fino al suo totale stato di sfinimento. Grande è stata la sua vendetta prima di soccombere.