domenica 3 gennaio 2021

L'educazione sentimentale (Gustave Flaubert) recLauAlb

 

Salotto in Biblioteca del 28/12/2020

«L'educazione sentimentale» di Gustave Flaubert



Commento di Laura Albino

L'educazione sentimentale è uno degli ultimi libri scritti da Flaubert e pubblicato nell'anno 1869, il romanzo, ambientato nella Parigi della prima metà del 1800, reca come sfondo i moti rivoluzionari del ‘48 che caratterizzarono quegli anni: una spaventosa battaglia che insanguinò la città in seguito ad un forte decadimento sociale e politico. La grande differenza esistente tra l'aristocrazia, la borghesia, e il proletariato, provocò una vera e propria lotta di classe che vide come conseguenza una grande crisi sociale economica e politica, ma che alla fine della guerriglia, quando ai grandi poteri della monarchia vennero sottratti i propri privilegi, vide il trionfo della società di massa. 
È un romanzo in cui vengono evidenziati alcuni aspetti biografici dell'autore e in esso si rileva quanto gli stessi siano stati rilevanti ed influenti nella stesura dell’opera; infatti già a cominciare dall'incipit della narrazione, esso riporta fatti e momenti significativi che sono parte del suo vissuto. Pur non essendo un romanzo autobiografico, si rileva una forte influenza non solo del suo pensiero, ma anche del suo cuore e della sua anima. La scrittura è come se nascesse da un profondo stato di necessità: quello di voler raccontare una esperienza personale fatta in età giovanile rimastagli indelebile che poi facendo richiamo alla sua perspicacia, intuizione e creatività, è sfociata in un ampio lavoro introspettivo che ha dato origine ad un suo alter-ego «Frederic», al quale egli affida ogni vicissitudine che ne seguirà consentendo così la nascita di un magnifico lavoro letterario. 
L'intera trama si presenta come una sequenza di quadri che si snoda intorno alle vicende di un gruppo di giovani bohemien speranzosi in cerca di affermare se stessi attraverso ogni forma d'arte; poco più che adolescenti vanno sognando l'amore, le grandi ricchezze, il potere, ma si ritrovano a lottare e ad affrontare, tradimenti, conflitti, e disavventure, giovani che si confrontano sulla politica, sulla economia per poter scegliere ed intraprendere le personali attività artistiche o professionali, giovani che nell'attesa di potersi realizzare, vivono in condizioni precarie trovando rifugio nei famigerati sottotetti, vecchie mansarde umide e malsane.
L'autore ci conduce passo dopo passo per le strade di Parigi, una vera mappa di percorsi dettagliati che coinvolgono il lettore in prima persona in lunghe passeggiate virtuali rendendolo coprotagonista della storia, in essa tutto diventa reale e vivo ai suoi occhi, ogni avvenimento, ogni situazione, ogni ambiente, è come se lo vivesse in prima persona: «Tutti a Parigi vorrebbero essere attori e nessuno spettatore» proprio come afferma Jean Cocteau. E qui troviamo la grandezza dell'autore, la sua grande abilità nel descrivere quegli ambienti fisici e naturali in forma poetica che richiamano gli anni meravigliosi in cui si andava affermando anche la volontà di artisti di ogni sorta, quella di voler immortalare le realtà così vive e vere che si presentavano ai loro occhi e farle apprezzare ad ogni “lettore” che si apprestava ad ammirare quella Parigi fissata anche sulle tele dagli stupefacenti pittori impressionisti e dove non mancavano incastonati in quegli scenari bucolici e salotti parigini figure umane di uomini e donne nei loro abiti epocali caratterizzati da gilè, bastoncini, manicotti, ombrellini e cappellini.
Attraverso la grande opera «L'educazione sentimentale», lo scrittore si vota ad immortalare e a rendere sempre viva una Parigi portatrice di grandi modelli culturali, stili di vita che verranno ripresi anche negli anni a seguire non solo dai più prestigiosi poeti, e qui mi piace ricordare per l'appunto “I Poeti Maledetti”, ma anche dai più grandi musicisti e librettisti italiani che nelle loro opere melodrammatiche, andarono a decantare e rappresentare l'umanità in ogni condizione di vita in tutta la loro verità. E, come non ricordare a questo punto, i quattro amici artisti della Boheme, la loro vita povera e marginalizzata che si svolge in una fredda mansarda e che trovano nei famigerati quartieri latini l'unico luogo alternativo al loro misero vivere.
A Frederic, lo scrittore affida il suo primo grande sentimento d'amore, quello nato alla vista di madame Arnoux, una donna sposata e madre di una bambina, con la stessa visione e lo stesso innamoramento che lui ebbe all'età di quindici anni al suo primo incontro sulla spiaggia di Trouville con Elise Foucault, una ragazza anch'essa sposata e madre di una bambina, che non ha più dimenticato. Di “lei” ama la sua bellezza, il suo candore, la sua riservatezza «Mai aveva visto splendore come quello della sua pelle bruna, né grazia pari a quella dei suoi fianchi, né la dolcezza fragile delle sue dita orlate dalla luce» frasi pregne di grandi sentimenti di amore che si riescono a rilevare in tutta l'opera, è come se a Frederic avesse conferito i suo stessi occhi e lo stesso suo cuore. Frederic incontra un grande amore, un amore che diventa il suo tormento, la sua ossessione, il suo delirio, un amore impossibile da condividere. Tante sono le occasioni che gli si presentano per potersi rivelare e manifestare nelle sue dichiarazioni amorose, ma ogni volta, gli manca il coraggio, gli manca quella forza interiore di essere se stesso, di rivelarsi.
Ma chi è Frederic, quel giovane che in ogni sua azione dimostra tanta fragilità emotiva che non gli consente di instaurare con alcuna donna un rapporto serio e duraturo? Frederic è un giovane incapace di guardarsi dentro, di conoscere se stesso, gli manca l'autostima, la capacità critica, il senso pratico per poter fare delle scelte in modo sereno, personale, responsabile e secondo i dettami dei propri sentimenti. Si innamora facilmente di ogni donna che incontra, quando poi finalmente sembra che abbia instaurato un serio legame, intraprende nuove avventure per trarne un momentaneo soddisfacimento per poi ricadere subito dopo in una totale insoddisfazione.
Frederic, purtroppo non ha mai conosciuto un padre, la presenza di una madre anaffettiva ha favorito la formazione di un ragazzo fragile ed indifeso, egli vive momenti di grande sconforto ed instabilità emotiva, nel suo ambiente familiare gli è mancato il dialogo, l'alterità con cui potersi confrontare e crescere con dei valori, delle regole e con dei limiti alla personale libertà. Frederic, un mitomane che con le sue manie di grandezze, nutre tanti desideri e tanti sogni ma che non riesce mai a concretizzare. Nelle frequentazioni degli ambienti aristocratici e borghesi, riesce a farsi apprezzare in qualche modo, ma solo per il danaro di cui è possessore e di cui non riesce a fare buon uso, elargisce tutto quanto ha ereditato da uno zio a gran parte dei suoi amici che a loro volta nei suoi confronti si rivelano grandi approfittatori.  È un giovane però in grado di adottare una serie di strategie per poter frequentare la casa della donna di cui si è invaghito, crea una sorta di complicità perfino con il marito della donna tanto desiderata per facilitarne l'avvicinamento.
Tante le figure femminili da lui desiderate, prima fra tutte la signora Arnoux, che si presenta ai suoi occhi come una Vergine che gli consente di vivere un amore impossibile ma che diventa esclusivamente platonico, una donna che se pur tradita dal proprio marito e relegata nell’ambiente domestico, è costretta ad assumere comportamenti rispondenti all'imposizione epocale borghese che non le consente da donna maritata di trasgredire al suo ruolo di moglie e di madre. Sofferta, infatti, è la rinuncia alle richieste amorose di Frederic alle quali attribuisce la morte del figlio come una punizione da parte di Dio al suo sol pensiero che lei avesse potuto amare un altro uomo tradendo il proprio marito.
E qui emerge anche la tematica della cultura che si va imponendo in ogni periodo storico, se il loro incontro fosse avvenuto in un altro tempo, se fossero vissuti in un'altra epoca, madame Arnoux non avrebbe soffocato i suoi sentimenti ed avrebbe ceduto alle lusinghe e ai corteggiamenti del suo spasimante. Frederic non vedendo corrisposto quell'amore, instaura una relazione con Rosanette, una ragazza giovane di facili costumi che si offre in modo incondizionato, e poi ancora nutre diversi sentimenti amorosi mai realizzati sia nei confronti di Louise, una ragazza che ha visto crescere, e sia per la grande nobildonna Dambrauser, ma anche per ognuna di esse, ogni aspettativa viene disattesa. Frederic, ha tanto tempo a sua disposizione, ma pare che di esso non ne faccia buon uso, incapace di cogliere l'attimo fuggente, anche quando gli si presentano situazioni favorevoli, è come se si disorientasse, si perdesse nella banalità di una piccola distrazione. Una narrazione in cui i desideri di ognuno, purtroppo, ben si allontanano dai loro destini, persone forse incapaci di imporsi con il proprio volere su quelle forze superiori resistenti e contrastanti che inesorabilmente sono in contrasto con esso. Infatti nel romanzo si coglie non solo la tormentata condizione psicologica di Frederic, ma anche tutta quella fragilità legata a delle figure femminili dal vissuto altrettanto travagliato a causa del mancato rapporto vero e sincero o con il proprio marito, o con il proprio partner perché intrappolate nel ruolo di amanti. Si ha la netta visione di donne stravaganti che ostentano la loro condizione alto-borghese con abiti vaporosi ornati di pizzi, scollature che consentono la vista delle nudità del corpo in grandi sale ornate da tendaggi di velluto, torce che illuminano le stanze, e la presenza di oggetti d'arte per ogni uso, poltrone di tessuti broccati, sete e velluti che fanno da ornamento all'opulenza della nobiltà, ma che risultano in netta contraddizione, con la loro meschinità e mediocrità intellettuale, ambienti apparentemente di grande prestigio a cui ognuno ambisce di voler appartenere, ma in cui in realtà prevale la falsità delle relazioni sociali.
Una narrazione che racconta il vissuto di più personaggi, ciascuno con le proprie e diversificate caratteristiche, un poema sinfonico, in cui ogni cosa descritta, fa parte della stessa musica. 
 
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