sabato 11 aprile 2020

Finzioni (Jorge L. Borges) recLauAlb


Salotto in Biblioteca del 22/02/2018
«Finzioni» di Jorge Luis Borges

Commento di Laura Albino


copertina Finzioni - Jorge L. Borges

La copertina: un labirinto circolare, che occupa una immensa superficie lasciando immaginare che colui che entrerà in esso perderà ogni speranza di poterne uscire, venendogli così negata ogni speranza di salvezza. Caduto in questa trappola riuscirà a trovare la strada della libertà solo colui che sarà capace di costruire ponti immaginari per raggiungere quegli spazi infiniti pieni di splendore capaci di illuminare la notte con la luce del giorno. Per poter fare ciò bisogna far leva su tutte quelle risorse personali che consentono di richiamare alla memoria ogni esperienza vissuta, ogni conoscenza per poter costruire e riformare un nuovo mondo tutto personale secondo la propria immagine e fantasia. Di questo è stato capace il grande scrittore Borges, la sua grande forza e indipendenza intellettuale che risultano essere inesauribili grazie alle svariate conoscenze che possiede in ogni ambito: morfologico, filosofico, semantico, antropologico, teologico, hanno fatto in modo che potesse trasferire il suo pensiero illuminato ad una penna per tramutarlo in parola e diventare creatura del proprio mondo interiore ben diverso e distaccato dal mondo reale, quasi a voler passare dal visibile all'invisibile. Nascono così nuovi racconti che hanno una forte connessione con il mondo fantastico e che rivelano non solo originalità ma, grande energia e vitalità interiore. Essi ad una prima lettura risultano essere incomprensibili, non rispondenti alle aspettative del lettore ma, il fluire accattivante della stessa ti conduce poi alla loro conclusione che ti lascia stupefatto per i cosiddetti colpi di scena: e lo fa con la stessa maestria di un illusionista quando tira fuori dal suo cilindro magico un oggetto trasformato e tutti ne rimangono stupiti. Le storie che racconta sono pregne di contenuti, richiamano la continua ricerca dell'essere per la chiarezza e la verità che soltanto un pensiero illuminato potrebbe raggiungere, i giudizi morali, per essere considerati tali, andrebbero visti e discussi da più angolature, per non cadere nell'errore. «Tu che mi leggi, sei sicuro di intendere la mia lingua ?» il suo è un invito a prestare solo attenzione alla difficile interpretazione di ogni verità, quella stessa verità che andrebbe giudicata senza mezzi termini. Il suo scritto non impone nessun insegnamento dottrinale o intenti moralistici ma, ad esso affida un compito ancora più importante: attraverso la sua forma di scrittura simbolica, intende far prendere consapevolezza di come la scrittura, quanto il genere umano, siano senza limiti; essi si moltiplicano e si generano fin dai tempi remoti, infatti i suoi racconti non li colloca in un tempo ben definito, perchè essi sono in un continuo divenire. Secondo Borges la scrittura pur essendo in continua evoluzione in quanto ogni conoscenza la determina, non addiviene mai alla sua completezza, ogni accumulo di saperi risulta essere propedeutico ed indispensabile all'acquisizione di quelli successivi, il divenire delle conoscenze è un processo ciclico a spirale che si perpetua nei secoli , i saperi quindi si vanno arricchendo sempre più senza perdere la loro essenza. Ogni generazione risulta intessuta di una fitta rete di conoscenze ben articolate che negli anni avvenire sarà sempre più fitta e intrecciata, ogni tempo presente risulta essere pertanto provvisorio, tutta la storia passata in tutta la sua armonia non è altro se non l'insieme di dinastie che vanno combinando il mondo, attribuendo così all'uomo la grande responsabilità della generazione umana, e così ognuno di noi diventa il vero apostolo, il vero responsabile che va ad influenzare e determinare il destino delle generazioni future, siamo la loro più grande eredità: siamo lo specchio che moltiplica l'umanità nel tempo, siamo gli artefici non solo del proprio esistere ma soprattutto i seminatori delle generazioni future. Tale teoria dell'essere umano Borges la trasferisce nel filone della morfologia linguistica e della scrittura, essa non è altro se non la derivazione e l'interconnessione delle singoli parti, è il risultato o la somma delle conoscenze e, proprio perchè ogni conoscenza la determina, essa è in continua evoluzione. Secondo Borges bisogna superare le normali strutture sintattiche razionalisticamente situate in una gerarchia che fino ad oggi avevano vincolato l'autore nel suo narrare, si tratta di trovare un nuovo codice linguistico che abbia la capacità di ricombinare, rimescolare , fondere e raffinare sempre più il linguaggio e di conseguenza la scrittura. I racconti di Borges trovano la loro origine nella suddetta teoria. Con il suo libro Finzioni, l'autore dimostra questa verità.