lunedì 24 febbraio 2020

I demoni (Fedor M. Dostoevskij) recSebAdd


Salotto in Biblioteca del 27/12/2019
«I demoni» di Fedor M. Dostoevskij

Commento di Sebastiano Addabbo

È Umberto Eco a dirci che “scrivere un romanzo è una faccenda cosmologica; cioè che per raccontare bisogna costruirsi un mondo, le parole verranno quasi da sole «Rem tene,verba sequentur…»
Ebbene è la conoscenza di questi Mondi che ci consentirà di poter intraprendere una lettura consapevole di Dostoevskij: in particolare dei capolavori quali «Umiliati e offesi», «Memorie del sottosuolo», «Delitto e castigo», «il Giocatore», «I Demoni», tutti appartenenti alla seconda stagione della sua produzione artistica, quella in cui abbandona le aspirazioni “occidentaliste” cioè libertarie e di democrazia, mutuate dalla Rivoluzione Francese, adombrate in Povera gente, per riconoscersi nelle posizioni slavofile intrise dell’ortodossia salvifica e conservatrice della Chiesa Russa.
Due di questi Mondi, quello “esterno” rappresentato dalla cultura Russa dell’Ottocento e quello “interno” dell’esplorazione dell’inconscio, li possiamo utilizzare quali schemi interpretativi per alleviarci dalla fatica che sempre ci attanaglia ogni qualvolta leggiamo le opere di uno dei più grandi romanzieri della storia della letteratura universale.

Il “Mondo” della cultura Russa dell’Ottocento.
Allo spietato controllo dell’assolutismo zarista anche sui processi culturali si oppose parte della classe intellettuale e di una nobiltà illuminata: quest’ultima con i suoi Salotti letterari e circoli culturali, raffigurano gli unici luoghi di rappresentanza di istanze partecipative a progetti politici innovativi anche se spesso utopistici e violenti, di una generazione di scrittori e intellettuali che saranno, nonostante frustranti fallimenti, comunque fonte di una nuova identità nazionale. Ed è proprio in questi Salotti letterari che Dostoevskij ci introduce sin dalle prime pagine del suo romanzo I Demoni, facendoci vivere le intricate vicende umane di una nobiltà russa che se da un lato è chiusa ad ogni istanza di “occidentalizzazione” permette, dall'altro, l’aggregarsi di una intellighenzia letteraria e intellettuale che, preconizzando una utopica nuova Società, si destina come già accennato al totale fallimento in quanto sceglie la violenza e il terrore quale unico strumento di azione politica per l’emancipazione dell’Uomo.

Il “Mondo” dell’inconscio
No !, non cerchiamo l’Io narrante onnisciente che ci rassereni e ci accompagni nella comprensione delle vicende narrate: è nell'intrigo tortuoso della mente umana tipico dello scavo dostojevskiano, che dobbiamo ricercare il significato ultimo della storia che ci viene raccontata: labirinto della coscienza trasfuso nei molteplici protagonisti, con lo strumento narrativo della focalizzazione interna e dell’autonomia dei punti di vista di ogni personaggio (Romanzo “Polifonico”, definizione del critico russo Michail Bachtin), intessuti con dialoghi di straordinaria potenza narrativa.
Prenderemo così atto che Dostoevskij con I Demoni, e gli altri capolavori citati, non solo ci anticipa di decenni quello che per letteratura europea sarà la stagione del “Romanzo psicologico “, ma ci disvelerà anche una imprevista capacità della conoscenza dell’agire umano, attribuibile alla Letteratura, superiore alla stessa Filosofia (come a riguardo ci confermano i più recenti orientamenti critici ).