venerdì 29 gennaio 2021

Il buio oltre la siepe (Harper Lee) recSebAdd

 

 

Salotto in Biblioteca del 28/01/2021

«Il buio oltre la siepe» di Harper Lee



«La mia quarta di copertina» di Sebastiano Addabbo

Come reagì la Critica italiana nel 1962 quando la Feltrinelli pubblicava in Italia il  romanzo della Harper Lee? E qual era l’atmosfera culturale dei potenziali consapevoli lettori dell’epoca? E come spiegare il buon successo di vendite che si verificò, specialmente dopo la indimenticata trasposizione cinematografica?
Neanche l’onnipotente Google può dare risposte a questi interrogativi, né io posso riferire qualcosa a riguardo considerato che all’epoca vivevo la mia spensierata preadolescenza.
Possiamo solo tentare di “ricostruire” alcune situazioni storiche e conseguenti atmosfere sociologiche del tempo che possano permetterci di rivivere quei straordinari anni e ricollegarli alle tematiche enunciate nel romanzo della Lee.
L’Italia viveva il momento magico del boom economico; il Financial Times assegnava nel 1964, il secondo “oscar delle monete” alla Lira Italiana; la frenesia dei consumi sia effimeri che utili irrompevano in una laboriosa popolazione in continuo incremento; e i primi scatoloni magici ci aprivano il palcoscenico del mondo.
E proprio dagli scarni Telegiornali che giungono le prime immagini di realtà per noi del tutto incomprensibili: dalla grande “America” ci arrivano filmati di scontri violenti tra Poliziotti e moltitudini di gente dal colore nerissimo della pelle¸ di incappucciati che bruciano croci cristiane come vessilli di guerra,di storie strane di posti separati per bianchi e neri in autobus,di divieti di matrimonio tra bianchi neri, di scuole solo per bianchi,di linciaggi senza processi di sospettati neri, di processi iniqui di giudici bianchi per imputati dalla pelle scura. Insomma imparammo che esisteva una Società evoluta, moderna, democratica che aveva legalizzato ed istituzionalizzato uno strano modus vivendi : la segregazione razziale.
Ed è in questo “clima” sociale che arriva dirompente il romanzo della nostra Autrice
negli anni sessanta: molti lo considerarono un libro per ragazzi; viene letto nelle scuole specialmente per evidenziare la “frizzante” adolescente protagonista e narratrice in prima persona. Si limitano alla lettura della Prima parte quella che narra
l’ignoto, le paure, le piccole gioie di tre bambini in una comunità rurale del Sud degli
Stati Uniti negli anni della grande depressione. Ma è la seconda parte del libro che fa esplodere tutte le tematiche razziali del tempo storico della narrazione, perfettamente sovrapponibili agli anni sessanta e ancor più drammaticamente attuali nei nostri giorni.
L’attento lettore potrà agevolmente ritrovare tra le righe del racconto i classici motivi
di una contrapposizione razziale ancora oggi non superata: dall’ipocrita perbenismo
di una certa classe media bianca ; dai giudizi frettolosi di prevenuti giudici nei confronti di imputati neri; dall’odio razziale più estremo; dal presunto suprematismo
dei bianchi nei confronti di tutte le altre diversità comprese le disabilità.
Tutti ciò visto con gli occhi di una bambina che con la sua struggente ingenuità
interroga ancora oggi la nostra coscienza sui comportamenti degli adulti.
 
 

Il buio oltre la siepe (Harper Lee) recLauAlb

 

Salotto in Biblioteca del 28/01/2021

«Il buio oltre la siepe» di Harper Lee




Commento di Laura Albino

Approcciarsi alla lettura di un testo narrativo, con lo stesso interesse e la stessa curiosità che richiede il metodo della ricerca, significa avere un atteggiamento che invita il lettore a formulare ipotesi e previsioni sul contenuto e sulle tematiche trattate nel libro, considerando essenzialmente il titolo che lo rappresenta. Il titolo «Il buio oltre la siepe», mi ha fatto porre un primo interrogativo sui significati delle due parole: BUIO e SIEPE. Perchè la scrittrice oltre la siepe non ha voluto vedere quella stessa luce, quella visione, quelle stesse sensazioni e spazi infiniti di largo respiro, in cui viene a perdersi l'animo sognante del grande poeta Leopardi? Il buio come la siepe possono essere considerati due simboli di speranza, due elementi che obbligano l'essere umano a compiere un percorso conoscitivo che in loro assenza non sarebbe possibile. La siepe, proprio perchè vista come barriera, come mezzo di protezione o separazione da qualcosa, invita e sollecita chiunque si trovi dall'altra parte, a spingere lo sguardo oltre il suo limite e magari, se impossibilitato, ad immaginare e fantasticare mondi possibili che vorrebbe esistessero realmente. Anche il buio che usualmente spaventa, disorienta, impedisce la visione dell'ambiente circostante, si presenta a sua volta come una buona opportunità per distaccarsi dalla realtà ed esplorare e cercare nella personale interiorità l'invisibile, l'ignoto, l'astratto. Il buio, quindi, sollecita a cercare la luce, quella sorgente luminosa capace di guidare il nostro cammino. E allora la siepe e il buio, diventano due elementi che ognuno di noi dovrebbe sfidare perchè essi ci invitano ad osare, ad andare oltre ogni limite. Ma gli uomini, per non perdere il contatto più autentico di tutto ciò che li circonda di quale luce hanno bisogno? Della luce dell'intelletto, del cuore o dell'anima? 
Nella narrazione, attraverso il mosaico di storie personali, viene evidenziata quella crudele e selvaggia separazione sociale, che si rivela come causa dell'incapacità dell'uomo di saper guardare e riconoscere nell'altro da sé un suo simile e ciò è dovuto alla mancata educazione e formazione che ha creato degli schemi mentali sulla base di convinzioni personali e retaggi culturali per i quali il più delle volte non è in grado di aprirsi, di accogliere, di accettare colui che nella società viene considerato diverso. Di qui nasce l'esigenza di interrogarsi su come invece dovrebbero essere i rapporti con il prossimo, relazioni fatte di apertura mentale che richiedono accoglienza totale dell'altro, senza pregiudizi, senza soffermarsi alle apparenze esteriori, al sentito dire.
La scrittrice ci invita ad avere un occhio limpido per poter oltrepassare ogni barriera, ogni siepe che ci separa dai nostri simili. Saper guardare oltre il proprio naso è un dono che non tutti posseggono, lo ha dimostrato la maestra Caroline che si è rivelata inadeguata al suo ruolo di educatrice e formatrice, da docente, fin dai primi giorni di scuola, non è stata in grado di capire le varie motivazioni che inducevano i suoi allievi ad avere determinati comportamenti. È portatrice di un modello precostituito perchè fatica ad avere rapporti autentici, genuini e originali con i suoi allievi, ai suoi occhi Scout si presenta come una bambina diversa, atipica, le crea ansia e problemi per il semplice fatto che in prima classe lei sappia già leggere, che sia portatrice di conoscenze più vaste e di conseguenza si presenti per la sua maestra come un ostacolo al suo percorso didattico già programmato, è solo un ingombro da rimuovere. Caroline non è in grado di guardare oltre quella situazione inaspettata, per trasformare la presenza di Scout, e delle sue peculiarità conoscitive e culturali in una risorsa per l'intera classe. Scout, ha sei anni e, nonostante la sua tenera età, è in grado di comprendere le dinamiche delle relazioni interpersonali tanto da interessarsi ai compagni e capire i loro bisogni, è in grado di valutare ciò che è giusto o sbagliato, è molto sensibile e per la sua perspicacia è stata in grado di rilevare chi all'interno del gruppo classe si è integrato e chi è stato emarginato e non accettato e capito dalla propria maestra. Caroline, una insegnante che di fronte al nuovo e al diverso, non è stata in grado di creare attività alternative integrative che non andassero ad escludere la presenza di Scout; la bambina, all'interno della sua classe non ha trovato nessuna forma di accoglienza, aspetta con ansia il momento di andare oltre quello spazio limitato, per far ritorno a casa e ritrovarsi in perfetto accordo con la sua famiglia. Ed è proprio all'interno di quel nucleo familiare che troviamo figure che attraggono e si qualificano positivamente per il modo di essere. Primo fra tutti Atticus Finch, il padre di Scout e Jem, che si rappresenta come modello di persona da imitare: empatica, capace di accogliere, comprendere, di relazionarsi con quanti entrano in contatto con lui, una figura congruente, attendibile perchè non solo sa stare nel mondo, ma sa vivere nel mondo. È una persona che valuta ogni cosa con serietà, correttezza, obiettivamente senza essere ottenebrato da pregiudizi o peggio ancora cadere in critiche negative, in ogni ambiente ed in ogni situazione si rivela autentico, intimamente morale ma mai moralista. Ogni essere umano si esprime in mille forme, lui lo fa essenzialmente con la parola, nel suo comunicare c'è chiarezza e lealtà, il suo parlare non si rivela come bisogno di raccontare o descrivere, ma è una parola che risulta sempre più umanizzata se questo aggettivo si può attribuire ad essa. Ha una grande capacità di ascolto e il suo istinto alla comprensione non solo lo esprime all'interno della propria famiglia con i propri cari, ma si fa solidale con quanti lo circondano stabilendo con essi un dialogo franco e aperto. Atticus, da avvocato, usa costantemente parole utili e capaci di veicolare significati per poter giungere alla ricognizione di un perchè, infatti anche le situazioni di contrasto, vengono da lui affrontate con grande rigore critico dispiegando il suo appassionato impegno, in nome dei diritti fondamentali dell'uomo e in nome della dignità e del valore umano. Il parlare di Atticus è espressione della sua vera natura, una figura capace di restituire tutta l'umanità a chi gli sta accanto facendolo sentire che vale qualcosa. E' un genitore che mira alla formazione dei propri figli sulla base di una esistenza autentica, cercando di renderli responsabili in ogni loro scelta, in ogni loro proposito. Ogni componente trova il giusto grado di coinvolgimento nelle relazioni ed il giusto spazio nella propria vita. Il ruolo di Atticus come genitore è molto determinato ed efficace, è simile a quello di un allenatore di calcio che non gioca, ma che risulta essere di esempio per tutta la squadra «sono fuori campo, ma sono con voi». Ragazzi che hanno instaurato un rapporto diretto con il proprio genitore che tratta i suoi figli da persone umane quali essi sono, riconoscendo i loro pensieri, le loro ansie, emozioni, le virtù e i difetti di cui sono portatori. E' in questo ambiente e con questa cultura che i due figli Jem e Scout, trovano terreno fertile per la loro crescita e formazione personale. Sono ragazzi cresciuti in un ambiente puro, dove ognuno svolge il proprio ruolo con responsabilità, non conoscono l'arrivismo, la tirannia, ognuno viene rispettato per il suo modo di essere. Ciò a valorizzare e sostenere la tesi, che appartenere ad una determinata cultura, sperimentare concretamente usi e costumi, laddove con le parole, i buoni esempi e positivi stili di vita familiare, quelli tramandati da padre in figlio, si possono formare persone capaci di saper ragionare, relazionare, accogliere e confrontarsi.
 
«Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione»
(Zygmunt Baumant)
 
«Quando è abbastanza buio si possono vedere le stelle»
(Martin Luther King)

domenica 24 gennaio 2021

Salotto in... Biblioteca 6° incontro - 28/01/2021



Biblioteca Leronni

La cultura che non c’era





Salotto in… Biblioteca

6° incontro (78°)



Quando > Giovedì 28 gennaio 2021

A che ora > 20.30 precise

Dove > In videoconferenza sulla piattaforma Google Meet

meet.google.com/hms-qwgi-xwn

Libro della serata:

«Il buio oltre la siepe» di Harper Lee (Feltrinelli)




In questo libro, Harper Lee scrive:

“Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora

di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo,

qualsiasi cosa succeda.”


Tutti possono collegarsi in videoconferenza utilizzando l’apposito link contenuto nell’email di invito. È bene – ma non obbligatorio – leggere il libro prima. 
 

Il Salotto in… Biblioteca, ideale proseguimento del Salotto all’UnoTre, nasce da un’idea di Giacomo Leronni, che lo conduce

Coconduttore della serata: Giovanni Capotorto


In questi anni, al Salotto, abbiamo letto e commentato libri di: Achebe, Aleksievič, Amis, Atwood, Auster, Benni, Berberova, Bernhard, Bolaño, Borges, Bradbury, Brodskij, Brokken, Cain, Carrère, Cercas, Chiara, Cohen, Corti, DeLillo, Desai, Dick, Djebar, Doctorow, Echenoz, Gorz, Greer, Guerri, Gustafsson, Handke, Hesse, Highsmith, Jelloun, Kadaré, Khadra, Kundera, Kureishi, Larsson, Lem, Lemaitre, Lewis, Lobo Antunes, Magrelli, Magris, Mannuzzu, Maraini, Marías, C. McCarthy, McEwan, McGrath, Mishima, Modiano, Munro, Murakami, Nafisi, Némirovsky, Nooteboom, Oates, O'Brien, Ortese, Osorio, Oz, Paasilinna, Robinson, Rodoreda, P. Roth, Serrano, Soriano, Tabucchi, Trevor, Vassalli, Wharton, Wiesel, Winton, Yehoshua, Živković, Zweig.
 

sabato 9 gennaio 2021

Date Salotto in... biblioteca 2021

Comincia un nuovo ciclo del Salotto in… biblioteca proposto da Giacomo Leronni,  provvisoriamente online a causa della pandemia. 

Di seguito il calendario degli appuntamenti previsti per il periodo gennaio- giugno  2021.
Si parte giovedì 28 gennaio alle 20.30  con "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee.

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Biblioteca Leronni

Salotto in… biblioteca

Comunicato ufficiale

Si comunicano le date ufficiali e i libri del terzo ciclo (19°) di incontri del “Salotto… in biblioteca”, ideato e condotto da Giacomo Leronni, che prosegue l’esperienza, condotta dal 2012 al 2019, del “Salotto all’UnoTre”. Il periodo di riferimento è gennaio-giugno 2021:

N.

DATA

AUTORE

LIBRO

EDIZIONE

6 (78)

28/01/21

Harper Lee

Il buio oltre la siepe

U.E. Feltrinelli

7 (79)

25/02/21

Maryse Condé

Io, Tituba, strega nera di Salem

Giunti

8 (80)

25/03/21

Marguerite Yourcenar

Il colpo di grazia

U.E. Feltrinelli

9 (81)

29/04/21

William Golding

Il signore delle mosche

Oscar Mondadori

10 (82)

20/05/21

Ngugĩ Wa Thiong’o

Nella casa dell’interprete

Calabuig

11 (83)

24/06/21

José Saramago

Cecità

U.E. Feltrinelli

Gli incontri si terranno di giovedì, con inizio effettivo alle ore 20.30. A causa della pandemia in corso e in attesa di poterci ritrovare in presenza gli incontri si svolgeranno online per mezzo della piattaforma Meet di Google.

Si coglie l’occasione per invitare tutti ad essere puntuali, in modo da consentire la chiusura degli incontri, al massimo, per le ore 22.30. Si ricorda inoltre che, per partecipare, è bene aver letto i libri di cui si parlerà, anche se gli incontri sono comunque aperti a tutti.

Buona lettura, dunque. E un particolare augurio di buon Natale e felice Anno Nuovo, anche nel nome della letteratura!

Giacomo Leronni

 


 

domenica 3 gennaio 2021

Miti e leggende riVersando (Enzo Diana)

Miti e leggende riVersando

di Enzo Diana


La mitologia da sempre accompagna la vita dell'uomo, offrendo insegnamenti e riletture della storia "ufficiale", ma spesso conosciamo soltanto i nomi dei personaggi entrati nel mito e non le loro storie.

Il poeta Enzo Diana ha scelto di tradurre in versi alcuni episodi della mitologia greca (e non solo) per farli conoscere anche alle nuove generazioni in una veste accattivante e originale. La sua penna fa rivivere i miti greci di Adone e Afrodite, Apollo e Giacinto, Aracne, Apollo e Ciparisso, Apollo e Dafne, Castalia, Danae, Deucalione e Pirra, Eco e Narciso, Ero e Leandro, Leda, Niobe. Orfeo e Euridice, Orione, Paride, Persefone, Pigmalione e Galatea, Piramo e Tisbe, Prometeo con parole semplici, arricchite da illustrazioni in bianco realizzate dallo stesso autore. 

 

Completano il viaggio nella mitologia Oltre ai miti del'antichità greca Enzo Diana narra anche le vicende di Gilgamesc, l'epopea del Santo Graal, Ishtar, Iside e Osiride.

Un testo didattico, utile sia ai più giovani per approcciarsi ai miti, sia agli adulti che vogliono ripassare o ampliare le loro conoscenze. 




  • Titolo: Miti e leggende riVersando
  • Autore: Enzo Diana
  • Editore: Amazon
  • Data di Pubblicazione: 2020
  • ISBN: 9798654844798
  • Pagine: 92

L'educazione sentimentale (Gustave Flaubert) recLauAlb

 

Salotto in Biblioteca del 28/12/2020

«L'educazione sentimentale» di Gustave Flaubert



Commento di Laura Albino

L'educazione sentimentale è uno degli ultimi libri scritti da Flaubert e pubblicato nell'anno 1869, il romanzo, ambientato nella Parigi della prima metà del 1800, reca come sfondo i moti rivoluzionari del ‘48 che caratterizzarono quegli anni: una spaventosa battaglia che insanguinò la città in seguito ad un forte decadimento sociale e politico. La grande differenza esistente tra l'aristocrazia, la borghesia, e il proletariato, provocò una vera e propria lotta di classe che vide come conseguenza una grande crisi sociale economica e politica, ma che alla fine della guerriglia, quando ai grandi poteri della monarchia vennero sottratti i propri privilegi, vide il trionfo della società di massa. 
È un romanzo in cui vengono evidenziati alcuni aspetti biografici dell'autore e in esso si rileva quanto gli stessi siano stati rilevanti ed influenti nella stesura dell’opera; infatti già a cominciare dall'incipit della narrazione, esso riporta fatti e momenti significativi che sono parte del suo vissuto. Pur non essendo un romanzo autobiografico, si rileva una forte influenza non solo del suo pensiero, ma anche del suo cuore e della sua anima. La scrittura è come se nascesse da un profondo stato di necessità: quello di voler raccontare una esperienza personale fatta in età giovanile rimastagli indelebile che poi facendo richiamo alla sua perspicacia, intuizione e creatività, è sfociata in un ampio lavoro introspettivo che ha dato origine ad un suo alter-ego «Frederic», al quale egli affida ogni vicissitudine che ne seguirà consentendo così la nascita di un magnifico lavoro letterario. 
L'intera trama si presenta come una sequenza di quadri che si snoda intorno alle vicende di un gruppo di giovani bohemien speranzosi in cerca di affermare se stessi attraverso ogni forma d'arte; poco più che adolescenti vanno sognando l'amore, le grandi ricchezze, il potere, ma si ritrovano a lottare e ad affrontare, tradimenti, conflitti, e disavventure, giovani che si confrontano sulla politica, sulla economia per poter scegliere ed intraprendere le personali attività artistiche o professionali, giovani che nell'attesa di potersi realizzare, vivono in condizioni precarie trovando rifugio nei famigerati sottotetti, vecchie mansarde umide e malsane.
L'autore ci conduce passo dopo passo per le strade di Parigi, una vera mappa di percorsi dettagliati che coinvolgono il lettore in prima persona in lunghe passeggiate virtuali rendendolo coprotagonista della storia, in essa tutto diventa reale e vivo ai suoi occhi, ogni avvenimento, ogni situazione, ogni ambiente, è come se lo vivesse in prima persona: «Tutti a Parigi vorrebbero essere attori e nessuno spettatore» proprio come afferma Jean Cocteau. E qui troviamo la grandezza dell'autore, la sua grande abilità nel descrivere quegli ambienti fisici e naturali in forma poetica che richiamano gli anni meravigliosi in cui si andava affermando anche la volontà di artisti di ogni sorta, quella di voler immortalare le realtà così vive e vere che si presentavano ai loro occhi e farle apprezzare ad ogni “lettore” che si apprestava ad ammirare quella Parigi fissata anche sulle tele dagli stupefacenti pittori impressionisti e dove non mancavano incastonati in quegli scenari bucolici e salotti parigini figure umane di uomini e donne nei loro abiti epocali caratterizzati da gilè, bastoncini, manicotti, ombrellini e cappellini.
Attraverso la grande opera «L'educazione sentimentale», lo scrittore si vota ad immortalare e a rendere sempre viva una Parigi portatrice di grandi modelli culturali, stili di vita che verranno ripresi anche negli anni a seguire non solo dai più prestigiosi poeti, e qui mi piace ricordare per l'appunto “I Poeti Maledetti”, ma anche dai più grandi musicisti e librettisti italiani che nelle loro opere melodrammatiche, andarono a decantare e rappresentare l'umanità in ogni condizione di vita in tutta la loro verità. E, come non ricordare a questo punto, i quattro amici artisti della Boheme, la loro vita povera e marginalizzata che si svolge in una fredda mansarda e che trovano nei famigerati quartieri latini l'unico luogo alternativo al loro misero vivere.
A Frederic, lo scrittore affida il suo primo grande sentimento d'amore, quello nato alla vista di madame Arnoux, una donna sposata e madre di una bambina, con la stessa visione e lo stesso innamoramento che lui ebbe all'età di quindici anni al suo primo incontro sulla spiaggia di Trouville con Elise Foucault, una ragazza anch'essa sposata e madre di una bambina, che non ha più dimenticato. Di “lei” ama la sua bellezza, il suo candore, la sua riservatezza «Mai aveva visto splendore come quello della sua pelle bruna, né grazia pari a quella dei suoi fianchi, né la dolcezza fragile delle sue dita orlate dalla luce» frasi pregne di grandi sentimenti di amore che si riescono a rilevare in tutta l'opera, è come se a Frederic avesse conferito i suo stessi occhi e lo stesso suo cuore. Frederic incontra un grande amore, un amore che diventa il suo tormento, la sua ossessione, il suo delirio, un amore impossibile da condividere. Tante sono le occasioni che gli si presentano per potersi rivelare e manifestare nelle sue dichiarazioni amorose, ma ogni volta, gli manca il coraggio, gli manca quella forza interiore di essere se stesso, di rivelarsi.
Ma chi è Frederic, quel giovane che in ogni sua azione dimostra tanta fragilità emotiva che non gli consente di instaurare con alcuna donna un rapporto serio e duraturo? Frederic è un giovane incapace di guardarsi dentro, di conoscere se stesso, gli manca l'autostima, la capacità critica, il senso pratico per poter fare delle scelte in modo sereno, personale, responsabile e secondo i dettami dei propri sentimenti. Si innamora facilmente di ogni donna che incontra, quando poi finalmente sembra che abbia instaurato un serio legame, intraprende nuove avventure per trarne un momentaneo soddisfacimento per poi ricadere subito dopo in una totale insoddisfazione.
Frederic, purtroppo non ha mai conosciuto un padre, la presenza di una madre anaffettiva ha favorito la formazione di un ragazzo fragile ed indifeso, egli vive momenti di grande sconforto ed instabilità emotiva, nel suo ambiente familiare gli è mancato il dialogo, l'alterità con cui potersi confrontare e crescere con dei valori, delle regole e con dei limiti alla personale libertà. Frederic, un mitomane che con le sue manie di grandezze, nutre tanti desideri e tanti sogni ma che non riesce mai a concretizzare. Nelle frequentazioni degli ambienti aristocratici e borghesi, riesce a farsi apprezzare in qualche modo, ma solo per il danaro di cui è possessore e di cui non riesce a fare buon uso, elargisce tutto quanto ha ereditato da uno zio a gran parte dei suoi amici che a loro volta nei suoi confronti si rivelano grandi approfittatori.  È un giovane però in grado di adottare una serie di strategie per poter frequentare la casa della donna di cui si è invaghito, crea una sorta di complicità perfino con il marito della donna tanto desiderata per facilitarne l'avvicinamento.
Tante le figure femminili da lui desiderate, prima fra tutte la signora Arnoux, che si presenta ai suoi occhi come una Vergine che gli consente di vivere un amore impossibile ma che diventa esclusivamente platonico, una donna che se pur tradita dal proprio marito e relegata nell’ambiente domestico, è costretta ad assumere comportamenti rispondenti all'imposizione epocale borghese che non le consente da donna maritata di trasgredire al suo ruolo di moglie e di madre. Sofferta, infatti, è la rinuncia alle richieste amorose di Frederic alle quali attribuisce la morte del figlio come una punizione da parte di Dio al suo sol pensiero che lei avesse potuto amare un altro uomo tradendo il proprio marito.
E qui emerge anche la tematica della cultura che si va imponendo in ogni periodo storico, se il loro incontro fosse avvenuto in un altro tempo, se fossero vissuti in un'altra epoca, madame Arnoux non avrebbe soffocato i suoi sentimenti ed avrebbe ceduto alle lusinghe e ai corteggiamenti del suo spasimante. Frederic non vedendo corrisposto quell'amore, instaura una relazione con Rosanette, una ragazza giovane di facili costumi che si offre in modo incondizionato, e poi ancora nutre diversi sentimenti amorosi mai realizzati sia nei confronti di Louise, una ragazza che ha visto crescere, e sia per la grande nobildonna Dambrauser, ma anche per ognuna di esse, ogni aspettativa viene disattesa. Frederic, ha tanto tempo a sua disposizione, ma pare che di esso non ne faccia buon uso, incapace di cogliere l'attimo fuggente, anche quando gli si presentano situazioni favorevoli, è come se si disorientasse, si perdesse nella banalità di una piccola distrazione. Una narrazione in cui i desideri di ognuno, purtroppo, ben si allontanano dai loro destini, persone forse incapaci di imporsi con il proprio volere su quelle forze superiori resistenti e contrastanti che inesorabilmente sono in contrasto con esso. Infatti nel romanzo si coglie non solo la tormentata condizione psicologica di Frederic, ma anche tutta quella fragilità legata a delle figure femminili dal vissuto altrettanto travagliato a causa del mancato rapporto vero e sincero o con il proprio marito, o con il proprio partner perché intrappolate nel ruolo di amanti. Si ha la netta visione di donne stravaganti che ostentano la loro condizione alto-borghese con abiti vaporosi ornati di pizzi, scollature che consentono la vista delle nudità del corpo in grandi sale ornate da tendaggi di velluto, torce che illuminano le stanze, e la presenza di oggetti d'arte per ogni uso, poltrone di tessuti broccati, sete e velluti che fanno da ornamento all'opulenza della nobiltà, ma che risultano in netta contraddizione, con la loro meschinità e mediocrità intellettuale, ambienti apparentemente di grande prestigio a cui ognuno ambisce di voler appartenere, ma in cui in realtà prevale la falsità delle relazioni sociali.
Una narrazione che racconta il vissuto di più personaggi, ciascuno con le proprie e diversificate caratteristiche, un poema sinfonico, in cui ogni cosa descritta, fa parte della stessa musica. 
 
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