sabato 31 ottobre 2020

Le cose crollano (Chinua Achebe) recLauAlb

 


Salotto in Biblioteca del 29/10/2020

«Le cose crollano» di Chinua Achebe

 



Commento di Laura Albino

Il sistema planetario in disfacimento, pianeti, satelliti, galassie e asteroidi, fuoriusciti dalla loro orbita sembrano schegge impazzite, non riescono a roteare nella regione dove il proprio corpo ha avuto origine, ogni movimento, ogni rotazione, sembra aver perso il proprio equilibrio, la propria direzione e la giusta collocazione e funzione nello spazio, un vero caos, non si conosce quale forza maggiore abbia destabilizzato i loro movimenti. Una vera e propria distruzione, un crollo che mai più potrà ripristinare quell'equilibrio da sempre esistito tra ogni elemento. Come mai un sistema planetario formatosi e consolidatosi milioni di anni or sono, laddove tutto si muoveva all'interno di funzioni interdipendenti ora sono in totale disgregazione? Sono venute meno le leggi che governavano il tutto, oppure cause esterne hanno creato quel dissesto? È questo lo scenario che la grafica della copertina del libro di Chinua Achebe «Le cose crollano» credo voglia rappresentare. Sulla base di tali principi fisici interplanetari, l'autore struttura l'intera impalcatura della sua opera perchè il romanzo ci porta alla conoscenza di un sistema sociale le cui radici millenarie hanno fatto la storia di una popolazione molto vasta che occupa un grande continente: l'Africa, terra di un popolo la cui cultura risulta essere unica ed irripetibile. 

Racconta in forma leggendaria la storia di quella gente, partendo dalle loro tradizioni, folklore, miti e leggende e ciò lo fa con una scrittura semplice ma che lascia trasparire l'amore viscerale che egli riversa verso il proprio luogo natio, parole genuine che pur nascendo dalla sua testa, non nascondono quelle che nascono dal cuore.
Nello scritto emerge la forte influenza che quella civiltà ha esercitato su di lui, creando un rapporto simbiotico che egli rivela, forse inconsapevolmente, mentre va descrivendo ambienti, tradizioni, costumi ed ogni particolare della sua cultura; il tutto viene raccontato con enfasi e vanto, tanto da inserire nella narrazione infiniti proverbi e parole nella lingua originale della sua Nigeria per non tralasciare qualsiasi cosa che appartiene alla sua Africa. Con il suo scritto, ci offre infinite conoscenze e contenuti intorno alla sua cultura così dettagliati e accattivanti che forse nessun testo scolastico di storia o di geografia, ha
saputo proporre in tal modo. L'intera narrazione accompagna il lettore in alcuni villaggi africani della Nigeria, dove storie di uomini governati da leggi millenarie, vivono una cultura fortemente radicata a riti magici, divinità e stregonerie, che regolano il vivere quotidiano della loro gente, dove ogni singola azione viene pienamente condivisa per il bene di ciascuno; ci racconta di una società in cui il danaro non ha alcun valore e solo i beni della natura vengono usati e sfruttati come vera fonte di vita. Forte è l'interdipendenza non solo all'interno della propria famiglia dove il benessere viene valutato dal numero delle mogli e dei figli, ma anche all'interno di gruppi più numerosi, dei clan, all'interno dei quali vigono la
collaborazione, l'aiuto reciproco e l'interscambio di ogni bene utile alla sopravvivenza. 

L'Africa, viene rappresentata come un grande paese ricco di colori, folklore, tradizioni e riti che accompagnano l'uomo dalla nascita fino alla sepoltura, uomini che hanno uno stretto rapporto con l'aldilà e dove danze, suoni di tamburi e canti sono di coronamento alle infinite cerimonie che si svolgono nei loro villaggi. Indissolubile è il legame con i loro antenati, il loro agire è in funzione di quanti vissuti prima di loro sono stati in grado di costruire e tramandare, un vero e proprio patrimonio millenario, una cultura così variegata che nessun
continente al mondo potrebbe eguagliare. Un sistema sociale ben consolidato che ha retto la sua autonomia fino a quando le sue leggi non sono state violate, ma l'irruzione selvaggia e inaspettata dell'uomo bianco in quei luoghi incontaminati ha creato un forte dissesto. I colonizzatori, con il pretesto di costruire un'alleanza tra popoli, non hanno fatto altro che calpestare e distruggere secoli di tradizioni sottomettendo quegli uomini, donne e bambini ad ogni loro legge privandoli così della loro libertà. Questi ultimi, dal canto loro, hanno eliminato ogni forma di credenza nei confronti delle loro divinità, del loro creatore supremo e hanno aderito alla religione degli europei, ai loro insegnamenti, al rispetto di nuove
leggi del vivere sociale, e adottato una nuova lingua. Avrebbero mai immaginato quei padri, quegli spiriti immortali, che un giorno sarebbero stati traditi dai loro figli? Purtroppo, il crollo di quella nazione tanto longeva quanto ben consolidata è avvenuto di certo non per una scelta personale, bensì per l'intervento di forze esterne, più potenti e di maggiore influenza che con la loro imposizione hanno sopraffatto, dissestato e fatto crollare tutte le certezze di un popolo che aveva mosso i suoi passi solo e sempre in funzione delle proprie leggi. 

Lo scrittore, narra le vicende attraverso la figura leggendaria di Okonkwo, un grande uomo forte e temuto all'interno del suo villaggio per aver dimostrato in più occasioni tutta la sua virilità, un attributo che gli ha consentito di meritare da parte della sua gente grande
rispetto e stima, Okonkwo, purtroppo per un incidente da lui non voluto e del tutto inaspettato, per aver ucciso involontariamente un ragazzo, viene allontanato dal suo villaggio in base a una loro legge. Quei sette anni di esilio vissuti lontani dalla sua terra, non gli consentono di difenderla dall'incursione degli uomini europei, in sua assenza troppi sono gli abusi che essi vanno perpetrando sottomettendo una civiltà e apportandole un drastico dissesto del loro status, un vero crollo. Con il suo ritorno in patria, come Ulisse che tornato nella sua Itaca trova il suo trono oltraggiato dai Proci, si riappropria delle forze personali e del suo coraggio perduti perchè vuole affrontare quegli incursori, quei grandi nemici che hanno contaminato la terra dei suoi padri. Purtroppo si rende conto di essere rientrato troppo tardi, ormai il crollo della sua società è avvenuto, persino suo figlio si è convertito alla religione cristiana e così, deluso e sconfitto, non avendo altra scelta, mette in atto la sua astuzia; conoscendo una delle tante regole millenarie del suo paese che nessun suicida poteva essere sepolto dalla sua stessa gente, con un atto esecrabile, pur andando
contro al più alto valore della sua cultura, si sottrae alla propria vita con l'intento di far compiere agli uomini bianchi il rito della sua sepoltura. Proprio coloro che avevano avuto la pretesa e la presunzione di affermare il loro potere e la loro identità su un territorio non di loro pertinenza, devono subire un grande gesto strategico e vendicativo, finalizzato alla loro sottomissione, una grande sconfitta etica e morale che mai prima di allora nella storia dei paesi occidentali era accaduto. Chinua Achebe ci regala una grande narrazione epica dove non mancano l'identità di un intero popolo, la stretta relazione con gli dei, le sacerdotesse, gli oracoli, l'eroismo, l'esilio, il ritorno in patria, la vendetta, il coraggio, l'astuzia. Una
grande storia di miti, leggende e tradizioni che per secoli hanno identificato e regolato l'esistenza di un popolo, storie di uomini arrivati da oltremare che non hanno voluto ascoltare la voce di chi proponeva loro uguaglianza sociale, quella voce capace di far riconoscere ed integrare ogni differenza per poter creare quella unità che avrebbe fatto muovere all'unisono quell'insieme universale costituito non solo dall'armonia delle stelle, del sole, della luna, dei pianeti e satelliti, ma da tutti quei popoli appartenenti ad ogni razza ed etnia che ancora oggi non riescono a raggiungere quella pace e quell'armonia tanto agognata: 

«Dì all'uomo bianco di chiudersi in casa e di non mettersi in mezzo a noi... puoi restare con noi se ti piace come viviamo. Puoi anche adorare il tuo Dio. È bene che un uomo adori gli dei e gli spiriti dei suoi padri. L'uomo bianco non può risolvere ogni cosa con le sue mani perchè non capisce le nostre usanze, così come noi non capiamo le sue. Noi diciamo che è stupido perchè non capisce il modo in cui viviamo e forse anche lui dice che noi siamo stupidi perchè non capiamo il suo». 

Semplici parole, che sarebbero state tanto apprezzate dallo scrittore Ngugi Wa Thiong'o, sostenitore di quella scrittura priva di orpelli che richiede l'uso delle stesse parole che usava il grande Maestro: 

«Seguite quindi l'esempio di Gesù, mandami altre pagine, ma non usare paroloni. Rileggi la Bibbia e osserva come usa la lingua...»

Alla luce del suo riferimento allo stile narrativo che ritengo molto significativo, mi piace riportare anche una sua poesia che manifesta, come Chinua lo fa nel suo libro, tutto l'attaccamento alla sua Africa
«Ti paragonerò ad un giorno d'estate? Tu sei più incantevole e più dolce.
Ma la tua eterna estate non sfiorirà, Né perderà la bellezza che ti è data.
Finche gli uomini avranno respiro, e gli occhi vista,
vivranno questi versi, e ti daranno vita.»

martedì 27 ottobre 2020

Salotto in Biblioteca - ottobre 2020

 

 Biblioteca Leronni
La cultura che non c’era

Salotto in… Biblioteca

4° incontro (76°)


Quando  Giovedì 29 ottobre 2020

A che ora 20.30 precise

Dove In videoconferenza sulla piattaforma Google Meet

meet.google.com/hms-qwgi-xwn

Libro della serata:

«Le cose crollano» di Chinua Achebe (La nave di Teseo)

In questo libro, Chinua Achebe scrive:

“...Ho paura per voi giovani perché non comprendete quanto sia forte il legame del sangue. Non sapete che cosa vuol dire parlare con una sola voce.”

Tutti possono collegarsi in videoconferenza utilizzando l’apposito link contenuto nell’email di invito. 
È bene – ma non obbligatorio – leggere il libro prima.

Il Salotto in… Biblioteca, ideale proseguimento del Salotto all’UnoTre, nasce da un’idea di Giacomo Leronni, che lo conduce

Coconduttrice della serata: Giulia Sabia

In questi anni, al Salotto, abbiamo letto e commentato libri di: Aleksievič, Amis, Auster, Benni, Berberova, Bernhard, Bolaño, Borges, Bradbury, Brodskij, Brokken, Cain, Carrère, Cercas, Chiara, Cohen, Corti, DeLillo, Desai, Dick, Djebar, Doctorow, Echenoz, Gorz, Greer, Guerri, Gustafsson, Handke, Hesse, Highsmith, Jelloun, Kadaré, Khadra, Kundera, Kureishi, Larsson, Lem, Lemaitre, Lewis, Lobo Antunes, Magrelli, Magris, Mannuzzu, Maraini, Marías, C. McCarthy, McEwan, McGrath, Mishima, Modiano, Munro, Murakami, Nafisi, Némirovsky, Nooteboom, Oates, O'Brien, Ortese, Osorio, Oz, Paasilinna, Robinson, Rodoreda, P. Roth, Serrano, Soriano, Tabucchi, Trevor, Vassalli, Wharton, Wiesel, Winton, Yehoshua, Živković, Zweig