domenica 15 marzo 2020

La notte (Elie Wiesel) recSebAdd


Salotto in Biblioteca del 27/02/2020
«La notte» di Elie Wiesel

Commento di Sebastiano Addabbo

I nove capitoli in cui si suddivide il libro si frantumano in ben settantacinque segmenti narrativi, ognuno dei quali separati da quella che la fredda norma grammaticale definisce “punteggiatura bianca” che qui non rappresenta un mero strumento ritmico o una pausa di riflessione per un pigro lettore: scandisce invece sequenze drammatiche di ricordi intrisi di disperazione, di morte, di inenarrabili sofferenze di un figlio adolescente costretto a vivere la morte del padre e della sua intera famiglia ,insieme a migliaia di ebrei di tutte le età deportati nei campi di sterminio nazista.
Una “punteggiatura del dolore” direi, che ritma ricordi di un giovane ragazzo ebreo sottoposto alla più orrenda e devastante tortura cui può essere costretto un essere umano: raccontare la propria sopravvivenza dall’inferno del male nel quale è stato scaraventato dalla più orrenda tragedia dell’Umanità :la Shoah.
Noi lettori nati fortunatamente dopo la notte dell’orrore, non possiamo fare altro che dare ad ogni parola di questo racconto non una semplice immagine mentale di una delle tante tragedie umane ma una concreta e minuziosa significazione dei fatti narrati che ci costringa a riportare alla nostra coscienza, in modo peculiare, il massacro di milioni di uomini, donne e bambini in nome dell’aberrante ideologia nazista.
Ed è proprio a tale presa di coscienza che Elie Wiesel sembra voler implacabilmente ricondurre il lettore in ogni frase ,ed oserei dire in ogni sintagma, di un racconto dove la cronaca di una esperienza drammatica esistenziale, resa opera letteraria , si risolve in una magistrale soluzione:
insegnarci a non dimenticare.