Salotto in Biblioteca del 28/05/2020
«Nella casa dell'interprete» di Ngugi Wa Thiong'o
Commento di Laura Albino
Ngugi
Wa Thiong'o, un drammaturgo, poeta, romanziere keniota, arrivato
all'età di 74 anni, decide di raccontare nel suo memoriale «Nella
casa dell'interprete», un periodo della sua vita molto tormentato in
quanto si ritrova a doversi confrontare con personaggi e ambienti
molto controversi alla sua posizione sociale, politica ed economica,
ma nel contempo quel periodo risulta essere il più importante e
significativo della sua esistenza. Nel suo scritto, semplice nella
forma, ma dal contenuto prezioso, ci racconta non solo dei grandi
disagi familiari dovuti alla povertà ed alla mancanza di una vera
casa, ma soprattutto delle tristi vicissitudini che fin dalla sua
nascita ha dovuto subire nel suo paese di origine per la presenza dei
colonialisti del potere britannico che esercitavano sulle popolazioni
abusi, incursioni, ingiustizie e maltrattamenti.
Una lunga
narrazione in cui nel raccontare di sé, ci induce ad approfondire un
nuovo capitolo di storia, quello della cosiddetta «Operazione
incudine», anni molto feroci e tristi, che videro il Kenya teatro di
forti repressioni da parte delle forze britanniche che arrestarono e
deportarono nei campi di concentramento decine di migliaia di uomini.
Ci vengono narrati in maniera chiara e particolareggiata i suoi
quattro anni vissuti da adolescente, dal mese di gennaio del 1955 al
dicembre del 1958, presso l'Istituto superiore «Alliance», un collegio
vicino a Nairobi che ospitava ragazzi provenienti dalle diverse
comunità del Kenya, una grande casa capace di accogliere giovani
studenti senza alcuna distinzione di razze ed etnie, in essa ognuno
veniva accettato e valorizzato perchè portatore della propria
cultura, una scuola dove vige il massimo del rigore perchè fatta di
regole molto rigide da rispettare, ma nel contempo risulta essere
innovativa per l'importanza che attribuisce all'aspetto relazionale
tra docenti ed allievi.
Un istituto di grande prestigio grazie alla
dirigenza di un matematico londinese, Edwuard Carey Francis, costui,
dopo aver insegnato a Cambridge, decide per pura missione, di
abbandonare ogni certezza lavorativa e agiatezza per dedicare la sua
vita al servizio degli altri, del suo istituto fa' un luogo
finalizzato alla formazione di grandi professionisti e uomini di
stato capaci di costruire il futuro del proprio paese sullo stampo
di quello inglese. La scuola Alliance, oltre a vedere la presenza di
bravi docenti, in essa non manca il continuo avvicendamento di
considerevoli personaggi di grande cultura, figure regali, generali e
considerevoli relatori che con le loro presenze e le disquisite
relazioni contribuiscono ulteriormente a far trarre agli allievi
grandi vantaggi non solo per la crescita intellettuale ma per
l'acquisizione di nuovi stili di vita morale e comportamentale, una
scuola che viene vissuta come un vero vivaio di relazioni umane che
mira ad armonizzare l'essere in tutta la sua unicità. Per Ngugi,
l'aver frequentato l'istituto Alliance, risulta essere la sua vera
salvezza, non solo perchè in esso è al riparo dalle grandi rivolte
che in quegli anni si andavano perpetrando nel suo paese, ma
soprattutto per aver vissuto in un ambiente rilevante ed aver
conosciuto e frequentato personaggi che hanno contribuito alla grande
formazione e determinazione della sua personalità. Ha avuto bravi
docenti capaci di sollecitarlo ad intraprendere lo studio di ogni
materia, di ogni sapere grazie all'adozione di metodologie e
strategie didattiche innovative, facilitanti e motivanti, il tutto
affiancato all'esperienza di comportamenti che richiedono oltre al
rispetto delle regole, anche l'uso delle buone maniere, la pratica
dell'ordine e della pulizia personale.
I saperi che Ngugi va
acquisendo sono tanti e, non sono fatti da un accumulo di date
storiche e nozioni imparate a memoria, ma trovavano i loro fondamenti
nella logica delle cose, nei continui processi costruttivi
sperimentati passo dopo passo attraverso il continuo confronto tra il
proprio pensare e quello degli altri, il tutto, per poter giungere
alla vera conoscenza, quanto di nuovo egli va imparando nulla rimane
in passivo, ma lo integra sulla base delle conoscenze regresse.
Grande è la sua perspicacia, la sua ricettività nel saper perfino
individuare con immediatezza persone propositive e concrete capaci di
proporsi con teorie innovative e aperte al confronto, Ngugi di ogni
insegnamento non solo ne fa tesoro per se stesso, ma lo trasmette ai
suoi compagni nella stessa maniera di come lo ha appreso quasi a
voler verificare l'efficacia del metodo di insegnamento-apprendimento
appena sperimentato. Ngugi, un ragazzo straordinario, che sia pur
facilmente influenzabile, è in grado di saper valutare e scegliere
quanto di buono e positivo gli viene proposto, difficilmente si
oppone agli altri, preferisce ascoltare per trarre da ogni parola il
meglio per sé, anche dalle esperienze negative subite, quali il
bullismo ed il nonnismo, pur sconcertandolo, trae da essi alimento
per il suo animo, per risvegliare i sentimenti di cordoglio, di
empatia verso i più deboli e gli indifesi vittime di atti
inaccettabili.
Ngugi è una identità in continuo perfezionamento,
per riappropriarsi di una vera libertà e rendersi indipendente e
responsabile, partecipa attivamente ad attività di volontariato per
guidare gruppi di giovani, frequenta i boy scouts, la chiesa,
facendone di questi ambienti lo scopo della propria vita perchè in
essi trova una forte autorealizzazione e riconciliazione con se
stesso, egli dice che ha imparato più dalle esperienze concrete,
vale a dire da quelle extrascolastiche, che dai libri di scuola.
Nelle ore di svago, ottimizza il suo tempo libero approfondendo con i
compagni le materie studiate, in lui, giorno dopo giorno va crescendo
il desiderio di conoscenze, è assetato di libri, ormai ne legge di
ogni genere e riesce non solo ad innamorarsi di quegli autori
stranieri per gli ideali combattivi, ma attratto da alcuni per il
loro modo di essere, ne fa modelli di vita. Il suo intento è quello
ormai di voler allontanare da sé quella cultura retrograda che gli
appartiene, fondata essenzialmente sulla superstizione e sulla
mistificazione delle cose, nasce in lui il grande bisogno di
coltivare il culto di Dio, ma non di quel Dio divino e profeta,
perchè il suo interesse alla religione non è quello di poter trarre
vantaggi personali per essere sanato o santificato dalla dolce
grazia del Vangelo o quello di voler conoscere il destino ultimo
dell'uomo, ma vuole cercare i modi per avvicinarsi sempre più a quel
Gesù storico di cui ha sempre sentito parlare. Si immerge così
nelle letture della Sacra Bibbia, cerca l'avvicinamento a Cristo per
poter imparare come mettersi al servizio degli umili e testimoniare
attraverso le azioni e le manifestazioni di sentimenti positivi la
propria fede.
L'istituto Alliance, una vera stazione di apprendistato un luogo fondamentale per la salvezza dei suoi allievi, una vera oasi nel deserto, una grande casa dove Ngugi ha trovato tutto, accoglienza, calore familiare, cibo, ha trovato campi da gioco per rinvigorire il suo corpo, aule colme di saperi per la sua mente, una chiesetta per redimere la sua anima, di ogni anno vissuto in quell'istituto ha potuto trarre grossi vantaggi per le lo sviluppo della sua persona, gli è stato rimosso tutto il materiale grezzo di cui era portatore, gli è stato tolto il “marciume” dell'ignoranza e forgiato di nuova materia, ora che il percorso formativo si è concluso presso l'Alliance, può ritornare nel suo nuovo mondo che grazie alla sua formazione lo potrà guardare con occhi diversi, deve concretizzare un suo sogno: quello di condurre sul suo stesso cammino di fede almeno una persona perchè quella conversione gli farà rimuovere ogni piccolo dubbio sul suo stesso credo; l'incontro tenuto con Lady Insegnante, le lunghe conversazioni intorno all'esistenza di Dio, le consentono ora di abbandonarsi al Credo senza alcuna ragionevolezza, ma solo e soltanto come atto di fede. Ancora una volta Ngugi ne esce un vincente perchè ha espletato una sua missione: quella di far convertire almeno una persona durante il suo percorso di vita. Nell'Istituto Alliance Ngugi, come Cristiano «Nella casa dell'Interprete», ha dovuto sostare per superare ogni prova, ogni ostacolo, per arrivare al raggiungimento di tutti gli obiettivi formativi che si possono rilevare dal breve discorso del grande Edwuard, tenutosi nell'ultimo giorno di scuola nel momento di congedo dai suoi allievi:
ANDATE PER IL MONDO IN PACE, SIATE CORAGGIOSI, ATTENETEVI A CIO' CHE E' BENE, RAFFORZATE I DEBOLI DI CUORE, SOSTENETE I DEBOLI, AIUTATE GLI AFFLITTI ONORATE TUTTI GLI UOMINI, AMATE E SERVITE IL SIGNORE.